CHILDREN OF STONE
Sardegna Diffusa
Pitch trailer - questo video usa materiale proveniente da vari progetti per dare il senso del respiro del film.
Tanti Sardi vanno via dalla Sardegna. Oggi, ne abbiamo circa tanti che vivono dentro l’isola, quanti fuori.
Ma la maggior parte di coloro che emigrano non perdono contatto; ognuno di noi porta la Sardegna con sé dopo che la lasciano. Trasformano il rapporto con l’isola. E ridefiniscono da sempre l’idea di appartenenza.
Come cambierebbe la Sardegna se, invece di un posto, diventasse qualcosa che ci portiamo con noi? Se pensassimo che vivere la Sardegna da dentro e fuori, creare un flusso continuo, sia una forza? Se forse fosse sempre stato il modo di vivere dei Sardi, dimenticato dalle ultime generazioni?
Se pensassimo ad una Sardegna Diffusa?
Il Film
Titolo: Children of Stone - Sardegna Diffusa
Lungometraggio Documentario
Pinuccio Sciola è stato uno dei più importanti artisti sardi degli ultimi decenni, e un artista che ha vissuto la Sardegna senza accettare l’isolamento. Ha studiato, collaborato e esposto le sue opere in tutto il mondo, e ha trasformato San Sperate, il suo paese natale, in un punto di riferimento per l’arte mondiale; in un paese museo.
La sua casa e il suo giadino sono stati un punto di incontro per artisti, professionisti, intellettuali e curiosi provenienti da tutto il mondo. Ha connesso centinaia di persone, costruendo ponti che sono diventati il punto di partenza di intere carriere e di importanti collaborazioni.
Anni dopo che Sciola ci ha lasciato, molte di quelle persone continuano a lavorare a progetti di grandissimo livello. Persone che vivono dentro e fuori dalla Sardegna, allo stesso tempo.
Questo documentario racconterà questa realtà: seguirà varie persone, come Andrea Granitzio, musicista che ha composto uno spartito per orchestra e pietre sonore, e Giovanni Pasini, direttore d'orchestra a Doha, al lavoro per far sì che quello spartito diventi un concerto. Architetti come Pierandrea Angius che, mentre lavorava nello studio Hadid di Londra, ha curato una mostra di opere di Sciola che sta facendo il giro del mondo. Lo Chief Design Officer della Ferrari, Flavio Manzoni, la cui visione definisce il futuro del marchio di auto più iconico al mondo. Artisti come Jole Serreli che, dalle mani di Pinuccio, di cui è stata allieva, ha vissuto un’evoluzione artistica che l’hanno portata all’arte tessile di Maria Lai, per poi trovare uno stile personale e unico. Geologi di fama internazionale come Daniela Pani, che scoprì nell’incontro con Sciola i segreti delle pietre che non aveva trovato nei libri.
E poi c’è, vivo e operante, il cantiere permanente del Giardino Sonoro che grazie alla Fondazione Sciola e alla passione dei figli Maria, Tomaso e Chiara, e di collaboratori come Giulia Pilloni e Federica Collu, opera come quando ancora Pinuccio, la sera, accendeva i falò dimostrando che la luce dell’arte può attraversare il basalto e il calcare.
Il film intreccerà questi racconti con interviste inedite con Sciola, girate dal regista durante le riprese del suo cortometraggio Born of Stone, ma finora non diffuse al pubblico. E userà la computer grafica per dare vita ad alcune opere che Sciola non ha mai potuto realizzare in vita, in particolare il suo piano di trasformare la Strada Statale 131 in un museo all’aperto, coinvolgendo artisti di tutto il mondo. Attraverso un rigoroso lavoro filologico sui suoi appunti, questa opera, forse impossibile da realizzare dal vivo per questioni di burocrazia e politica, verrà realizzata grazie al potere del cinema.
Nel raccontare le storie e le ambizioni di un gruppo di individui, questo film ha anche l’obiettivo di ispirare: dare il senso di come l’identità sia fluida, viva, qualcosa da coltivare e ravvivare continuamente, non solo qualcosa che va conservata. Qualcosa che tutti i protagonisti di questo film stanno già facendo.
Queste persone sono una finestra su un’isola che vede i suoi cittadini a metà sulla sua terra e a metà fuori. Vivono la Sardità come continua scoperta, dentro e fuori i confini dell’isola: esattamente come faceva Sciola, che viveva la Sardegna come un punto di approdo di ponti creati con creatività e spinta vitale.